Sono oltre 60 le varietà presenti nel frutteto. La maggior parte di queste sono varietà antiche che si sono adattate ai nostri territori nel corso dei secoli , arrivate fino ai giorni nostri grazie a famiglie contadine e ordini religiosi che utilizzavano i frutti come sostentamento, e alle famiglie più ricche che li coltivavano nelle proprie corti. Il merito di averle catalogate e mantenute vive negli ultimi decenni va ad amatori, vivaisti, istituti scolastici e professori lungimiranti. Per la realizzazione del nostro frutteto sono state selezionate delle varietà resistenti alle principali malattie.
Dal melo Zucchetta di Parma al pero del Sangue, dal pruno di Solferino al pero Cocomerino, dal biricoccolo di Maria Luigia al pero Nobile, dal susino Coscia di Monaca al pero Spadone del Curato e tante altre varietà. Le cultivar di frutti antichi, oltre ad essere dei presidi di biodiversità, ci raccontano la storia del nostro passato e le influenze dei vari popoli sui nostri territori.
A queste varietà se ne affiancano altre provenienti in periodo recente da altre zone del mondo ma che ben si adattano al nostro clima, come ad esempio il goji, pianta originaria del Tibet.
Inoltre il frutteto presenta un tappeto erboso che non viene arato da più di un decennio. Questo ha permesso la crescita di numerose varietà di piante erbacee e muschi spontanei tipici del nostro appennino. Le api allevate dalle aziende nei dintorni collaborano con il vento e con gli altri insetti nell'importante opera di impollinazione (nella foto si nota un'apis mellifera sulle prime fioriture di corniolo).